Dopo un anno di vendite record, anche Volvo si trova costretta a ridurre il numero dei suoi operai. La casa automobilistica svedese ha reso noto che dovrà fare a meno di 300 persone nello stabilimento di Ghent in Belgio; la decisione è stata resa nota pochi giorni fa da Lars Wrebo, il direttore della produzione. Nella fabbrica belga vengono attualmente assemblati quattro modelli: S60, XC60, V40 e C30 ma a breve partirà anche la produzione della V40 Cross Country, la nuova crossover presentata il mese scorso al Salone di Parigi.
Oggigiorno, i dipendenti dell’impianto di Ghent sono 5.200 circa e garantiscono una produzione di 59 autovetture ogni ora ma dal 2013 verranno realizzate solamente 54 automobili all’ora. Di conseguenza, Volvo, che appartiene al gruppo cinese Geely, ha deciso di non rinnovare 300 contratti interinali per adeguare la forza lavoro alle domanda dei propri clienti.
La Geely Automobile Holdings, multinazionale cinese che controlla la casa scandinava, dovrà affrontare anche un’altra crisi che vede coinvolta un’azienda controllata: la Manganese Bronze. Forse il nome non suggerisce nulla ai più, ma si tratta della casa automobilistica che produce i tradizionali taxi inglesi. Da tempo l’azienda britannica è in forte crisi e ha un urgente bisogno di liquidità tanto che è stata costretta a chiedere l’amministrazione controllata.
Quest’anno, circa 400 autovetture del modello TX4 sono state richiamate in fabbrica per gravi problemi allo sterzo e le conseguenze sono state nefaste tanto che i titoli dell’azienda inglese sono stati ritirati dalla borsa di Londra per eccesso di ribasso. La debacle della Manganese Bronze ha spinto molti taxisti londinesi ad acquistare modelli giapponesi o tedeschi seppur a discapito della tradizione. Ai circa 300 dipendenti della fabbrica di Coventry non resta che sperare in un’iniezione di capitali asiatici ma al momento non è chiaro se la Geely voglia riscattare lo storico marchio britannico: il rischio concreto è che scompaia un’autentica icona inglese.