Phillip Island, la grinta di Marquez e il ritorno di Stoner

Phillip Island, la grinta di Marquez e il ritorno di Stoner. In Australia Marc Marquez potrebbe diventare il più giovane a conquistare il titolo MotoGP

La partita potrebbe chiudersi già domenica. A Phillip Island Marc Marquez si gioca il primo match ball per laurearsi campione del mondo. Il rookie della Honda (all’esordio nella classe regina) potrebbe diventare il più giovane pilota di sempre a conquistare il titolo MotoGP a 20 anni e 245 giorni (oltre un anno più giovane di Freddie Spencer, attuale detentore del record). In classifica, lo spagnolo della Casa alata ha 43 punti di vantaggio sul connazionale Jorge Lorenzo e 54 punti sul compagno di box Dani Pedrosa. E mancano solo tre gare alla fine del campionato. 

Domenica si corre in Australia, in un tracciato ricco di fascino e molto apprezzato dai piloti. La storia del circuito di Phillip Island risale agli anni ‘20, quando si organizzarono le prime corse automobilistiche nelle vicinanze dell’impianto attuale, ancora senza asfalto. La prima gara motociclistica prese il via nel 1931, ma soltanto verso la metà degli anni ‘50 fu realizzato un circuito permanente. Abbandonato alla fine degli anni ‘70, nel 1985 fu messo a nuovo con un finanziamento di cinque milioni di dollari australiani. Così, dal 1997 è tornato nel calendario della classe regina. Lungo 4.448 metri, il tracciato di Phillip Island è composto da 12 curve, sette a sinistra e cinque a destra. È un continuo susseguirsi di curve veloci ad ampio raggio, spezzato solo da due tornantini, spesso teatro di sorpassi. L’unico vero rettilineo è quello dei box, in discesa, dove si raggiungono elevate velocità di punta. Molto suggestivi i vari tratti vicino al mare.

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Domenica Marc Marquez potrebbe quindi vincere il suo primo Mondiale in MotoGP, nell’anno del debutto. Sono diversi, infatti, gli scenari che lo incoronerebbero campione del mondo. Eccoli nel dettaglio: se Marquez vince la gara e Lorenzo non chiude secondo; se Marquez si piazza secondo, Lorenzo non va oltre la quinta posizione e Pedrosa non vince la gara; se Marquez chiude terzo, Lorenzo non va oltre l’ottava posizione e Pedrosa non vince la gara; se Marquez arriva quarto, Lorenzo non va oltre l’undicesima piazza e Pedrosa non chiude nei primi due posti; se Marquez taglia il traguardo al quinto posto, Lorenzo non va oltre la tredicesima piazza e Pedrosa non sale sul podio; se Marquez chiude sesto, Lorenzo non va oltre la  quattordicesima posizione e Pedrosa non va sul podio; se Marquez si piazza settimo, Lorenzo non va oltre il  quindicesimo posto e Pedrosa non chiude fra i primi tre; se Marquez arriva ottavo, Lorenzo non va a punti e Pedrosa non chiude fra i primi quattro. Le probabilità di mettere le mani sulla corona iridata già domenica sono quindi molto alte per il debuttante della Honda

Il circuito di Phillip Island, però, si annuncia ostico per i piloti. Tra i  presenti sulla griglia di partenza, infatti, solo Valentino Rossi ha trionfato qui in MotoGP (per ben cinque volte, dal 2001 al 2005). Sia Jorge Lorenzo (che domenica festeggia i 100 GP nella top class) sia Dani Pedrosa non sono riusciti a contrastare il dominio di Casey Stoner, vincitore delle ultime sei edizioni del GP d’Australia. Un anno dopo il suo ritiro, Stoner farà ritorno a Phillip Island per un giro d’onore con Mick Doohan e Wayne Gardner. In questa occasione, inoltre, l’australiano, due volte campione del mondo nella classe regina (nel 2007 e nel 2011), riceverà un ambito riconoscimento: sarà nominato “leggenda MotoGP”, entrando nell’olimpo del motociclismo assieme a Giacomo Agostini, Mick Doohan, Geoff Duke, Wayne Gardner, Mike Hailwood, Daijiro Kato, Eddie Lawson, Anton Mang, Angel Nieto, Wayne Rainey, Phil Read, Jim Redman, Kenny Roberts, Jarno Saarinen, Kevin Schwantz, Barry Sheene, Freddie Spencer, John Surtees e Carlo Ubbiali.

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