Le banche fanno sempre più fatica a concedere prestiti e chiudono i rubinetti del credito. Ma per chi ha bisogno di denaro fino a un massimo di 25mila euro c’è un’alternativa: si chiama “social lending”, cioè “prestiti tra privati”. Nato all’estero (in Inghilterra e negli Stati Uniti), dove muove miliardi di dollari, è in ascesa anche nel Belpaese. L’operazione si svolge su siti online, controllati dalla Banca d’Italia. In questo modo si mettono in contatto persone che chiedono un prestito, da restituire a rate, con persone disposte a prestare il proprio denaro. L’affare va a buon fine quando le parti chiedono e offrono denaro a tassi di interesse simili. Attualmente in Italia sono autorizzate solo due piattaforme: Prestiamoci e Smartika. Negli ultimi 12 mesi hanno erogato crediti per oltre tre milioni di euro.
Per poter chiedere o offrire un prestito bisogna registrarsi al sito e poi rimandare al gestore il contratto firmato. Chi chiede un prestito deve anche fornire i propri dati personali (abitazione di proprietà, lavoro svolto, reddito mensile), che servono ai siti per verificare l’affidabilità finanziaria del richiedente, insieme alle informazioni raccolte nelle cosiddette “centrali rischi private”, banche dati in cui sono elencati i nomi dei debitori inadempienti o in ritardo nel pagamento delle rate. L’affidabilità viene espressa tramite un giudizio (“rating”): più è alto, migliori saranno le condizioni applicate a chi richiede il prestito. L’interesse ottenuto, quindi, dipende dalla propria storia creditizia.
La convenienza si valuta in base al Taeg, cioè al tasso annuo effettivo globale che, oltre al tasso d’interesse, considera anche le spese da sostenere. In caso di necessità, questo sistema potrebbe quindi rappresentare una via d’uscita per ottenere un finanziamento. Il Taeg varia a seconda della somma richiesta e della durata del prestito: i costi fissi incidono diversamente se calcolati su differenti importi e durate. In particolare, il Taeg può abbassarsi molto all’aumentare della durata del prestito. Quindi, per misurare l’effettiva convenienza di un finanziamento, è bene valutare anche l’importo totale da restituire (rata x mesi). Nel Taeg sono già inclusi (conformemente a quanto indicato dalla Banca d’Italia) la commissione, le spese bancarie di incasso e gli oneri riguardanti il bollo per l’erogazione del prestito.
Grazie a un sistema d’intermediazione molto più leggero di quello bancario e a una garanzia di trasparenza (per cui chi presta sa come verrà usato il suo denaro), questo meccanismo favorisce le dimensioni medio-piccole del credito e assicura tassi d’interesse vantaggiosi sia per chi presta che per chi riceve. Una boccata d’ossigeno per chi si trova con l’acqua alla gola.