Mettersi al volante dopo aver alzato il gomito non sarà più un problema per i cittadini della contea di Kerry, provincia sud-occidentale della Repubblica d’Irlanda famosa per i suoi splendidi paesaggi costieri. Con la ratificazione della norma sarà possibile aumentare il tasso alcolemico consentito del doppio o del triplo, senza ricorrere al alcol test ma a beneficiarsene saranno solamente i residenti dei villaggi più isolati. Il consiglio regionale ha approvato la proposta con cinque voti a favore, tre contrari e più di dieci astenuti scatenando le polemiche dell’Autorità per la Sicurezza Stradale.
Secondo il massimo organo dell’automobilismo irlandese promuovere questo tipo di iniziative in un paese dove un incidente su tre è riconducibile all’abuso di alcolici è molto pericoloso; anche il Ministero dei Trasporti non ha lesinato critiche nei confronti dell’amministrazione locale affermando che da quando sono state inasprite le pene per la guida in stato d’ebrezza le morti riconducibili all’alcool sono diminuite considerevolmente. Di tutt’altro avviso il consigliere regionale Danny Healy-Rae, secondo il promotore di questa singolare iniziativa si tratterebbe invece di una maniera per combattere la depressione che colpisce quella fetta di popolazione che risiede nelle zone rurali della regione. Secondo Healy-Rae moltissime persone decidono di non recarsi al pub per non incappare nei controlli della Garda – la polizia irlandese – finendo per consumari alcolici nella solitudine della propria casa. Inoltre, il consigliere comunale sostiene che è inammissibile comparare una realtà cittadina con un’area agricola poco abitata dove la maggior parte delle strade sono percorribili solamente a bordo di un trattore a una velocità non superiore ai 50 km/h.
Motivazioni alquanto discutibili considerando che l’alcool non allevia affatto i sintomi della depressione e diminuisce enormemente la capacità di reazione anche se assunto in piccole dosi e come se non bastasse, il trattore è uno dei mezzi di trasporto più pericolosi di sempre, basta pensare che in Italia nel primo semestre del 2012 le cosiddette morti verdi hanno mietuto 82 vittime.