Guidare con il pensiero

Guidare con il pensiero. Un sistema che permette di guidare senza toccare il volante grazie ad un sistema di neurotrasmettitori.

Arriva dalla Germania una delle notizie più fantascientifiche degli ultimi tempi in campo automobilistico: l’automobile che si guida con il pensiero. Il Dottor Raul Rojas dell’Università di Berlino, ha infatti ideato un sistema che permette al guidatore di guidare e bloccare l’auto con la forza del pensiero ricorrendo a dei neurotrasmettitori.

L’utilizzo delle onde celebrali era già comparso nel mondo delle quattro ruote grazie a Toyota che due anni fa realizzò il primo modello di sedia a rotelle totalmente controllabile dal cervello. Il progetto “Brain Driver” dei ricercatori dell’Università di Berlino è andato oltre: un’auto che si può guidare senza mani né piedi.

L’interfaccia creata da Rojas si basa sull’utilizzo di un neuro caschetto chiamato Emotiv che era stato in realtà pensato per giocare con i video games. I sensori, applicati sulla testa, sono in grado di registrare un encefalogramma delle onde celebrali; a questo punto entra in gioco il nuovo software che è in grado di convertire ogni modello mentale in un comando preciso e distinto: da quello di frenare, a quello di girare a destra o sinistra.

Il progetto, come spiegano i ricercatori, avrà bisogno ancora di alcuni perfezionamenti; il più evidente riguarda l’eccessivo ritardo che si registra dal momento in cui avviene il comando e l’attuazione dello stesso da parte dell’auto. Proprio su questo fronte stanno lavorando da Berlino, attraverso uno studio che dimostrerebbe come l’utilizzo di elettrodi, unito ai sistemi di guida servo-assistita, può ridurre il tempo di inizio di frenata rispetto a quella normale a pedale.

L’esperimento è stato condotto su 18 persone, ognuna indossava il caschetto ideato dal team di Rojas completo di elettrodi. Tutti quanti erano seduti su una riproduzione di abitacolo di automobile. Il tempo medio di frenata registrato, quello che intercorre tra il momento in cui il cervello invia l’impulso di muoversi alle gambe e il momento in cui queste realmente iniziano a compiere il movimento, è stato di 240 millisecondi, questo ha permesso ai ricercatori di predire l’inizio della frenata 130 millisecondi prima, un’informazione utilissima per il nuovo software e che potrebbe essere di vitale importanza nella prevenzione d’incidenti mortali alla guida.