Gasolio sporco: boom di casi in Emilia Romagna

Il copione si ripete: dopo i numerosi casi segnalati l’estate scorsa ritorna il problema del gasolio sporco. Ancora una volta l’epicentro dell’epidemia di guasti causati dalle impurità del carburante è la bassa padana con la provincia di Bologna in testa. Nel capoluogo felsineo si sono moltiplicate le richieste di soccorso stradale per veicoli alimentati a diesel ma numerosi episodi si sono verificati anche in Veneto e Lombardia. Il fenomeno non è nuovo tanto che la Hyundai – una delle marche maggiormente colpite – ha registrato un anomalo picco di segnalazioni concentrato nella pianura padana.

A quanto pare i guasti riscontrati non hanno nulla a che vedere con le automobili ma bensì con il tipo di carburante utilizzato: nella maggior parte dei casi sono state rinvenute delle alghe all’interno del serbatoio. La presenza di sostanze estranee all’interno del deposito altera il normale comportamento della macchina e può portare all’arresto dell’impianto di alimentazione della stessa. Anche la miscela di cherosene e acqua può provocare un brusco stop dell’auto o, nei casi meno gravi, ad una andatura a singhiozzo con prestazioni ben al di sotto dei normali standard. In caso di filtro otturato la riparazione prevede una pulitura del serbatoio, dei condotti di alimentazione e del filtro di iniezione: il costo totale dell’operazione oscilla tra 150 e 350 euro.

Un piccolo suggerimento per scongiurare il pericolo del carburante sporco: è consigliabile evitare il rifornimento appena dopo il riempimento della cisterna. Durante l’operazione i sedimenti depositati sul fondo vengono rimescolati e possono essere pescati dalle pompe di benzina. Ma cosa bisogna fare quando si è vittima di un episodio di questo tipo? Per poter ottenere un risarcimento dei danni subiti bisogna inviare una raccomandata con ricevuta di ritorno alla compagnia petrolifera e complementarla con la documentazione seguente:

1 – Lo scontrino o ricevuta comprovante del rifornimento presso il distributore in questione

2 – Un certificato rilasciato dal proprio meccanico che conferma l’imputabilità del danno al rifornimento di gasolio

3 – La ricevuta della riparazione dell’auto con l’importo da risarcire

Nella maggior parte dei casi le compagnie petrolifere stipulano delle polizze assicurative che coprono i danni derivati dall’uso di carburante adulterato. Di conseguenza, le aziende che dispongono di tale copertura non hanno problemi a risarcire la cifra richiesta. Se la compagnia petrolifera non volesse ricompensare il guidatore è opportuno rivolgersi all’autorità giudiziaria competente; come certificato dall’articolo 7 del Codice di Procedura Civile, per le somme inferiori ai 5.000 euro è il giudice di pace il magistrato che se ne dovrà occupare.