Un’auto per non vedenti è la nuova coraggiosa sfida dal mondo a quattro ruote. Un progetto che ha risposto ai tanti scetticismi, ma anche alle tante speranze, con una data: da gennaio prossimo, infatti, il primo prototipo di auto per ciechi sfreccerà sul circuito Daytona in occasione della gara Rolex 24 Hours.
Marc Maurer, presidente della National Federation of the Blind statunitense, racconta del suo sogno, cominciato nel 2007, quando il Virginia Tech, un politecnico statunitense a forte vocazione innovativa, ha partecipato al DARPA Grand Challenge, una gara fra auto senza pilota sponsorizzata dal programma di ricerca del Dipartimento della Difesa statunitense.
Il Virginia Tech si piazzò terzo con un’auto che montava sensori per il traffico, in grado di evitare incidenti e urti con altre vetture o oggetti. Forti di quell’esperienza, i ricercatori dell’università si sono proposti alla National Federation of the Blind per progettare un’auto per ciechi. Ed è così partito il programma di ricerca, che culminerà proprio il prossimo gennaio con la corsa in pista a Daytona della prima auto per ciechi al mondo.
Qualche sua caratteristica è già “filtrata” dai laboratori del Virginia Tech: le interfacce non visuali utilizzate per permettere ai non vedenti la guida, dando loro le informazioni raccolte dai sensori, sono principalmente due, DriveGrip e AirPix.
Il DriveGrip è di fatto un guanto con piccoli “motori” vibranti sulle nocche: attraverso la vibrazione l’auto segnala al pilota quando e quanto svoltare col volante; l’AirPix è invece una sorta di schermo forato attraverso cui passa aria compressa, così da informare il guidatore sull’eventuale presenza e posizione di ostacoli o altre auto di fronte o a lato della propria.
Le speranze dunque sono tante, ma ci sarà da aspettare prima di vedere in strada questi veicoli speciali, che nelle intenzioni dei progettisti, potranno aiutare anche chi vede, evitando gli incidenti e rendendo la guida più sicura.