GP del Giappone, Alonso getta la spugna

GP del Giappone, Alonso getta la spugna. La Ferrari si arrende alla superiorità di Vettel troppi i punti da recuperare

Sventola la bandiera bianca a Maranello. La resa adesso è ufficiale, come si intuisce dalle parole del capitano, Fernando Alonso. Il pilota di Oviedo getta la spugna. Troppi i punti di distacco da recuperare. A soffocare qualsiasi velleità di rimonta da parte della Ferrari si aggiunge il dominio tecnico della RB9, la monoposto di Sebastian Vettel. La frustrazione dell’asturiano è accentuata dal gap rimediato dalla F138 in ognuna delle ultime gare: 30 secondi, un’enormità in Formula 1. Una dimostrazione di superiorità imbarazzante, che fa impallidire la Rossa. Nonostante questo, però, la Red Bull continua a introdurre nuove soluzioni tecniche sulla monoposto, quasi che a Milton Keynes non siano mai sazi di dominare. Il tedeschino di Heppenheim viaggia ormai sicuro verso il suo quarto titolo iridato consecutivo. Da tempo è stato accostato al suo connazionale Michael Schumacher, ma ha già fatto meglio del sette volte campione del mondo.   

Domenica si corre il GP del Giappone. Una pista teatro di battaglie e rivalità storiche. Su tutte, quella tra Ayrton Senna e Alain Prost. Il circuito di Suzuka misura 5.807 metri, con una particolare forma a otto. È uno dei più amati da piloti e appassionati. Il tracciato nipponico è considerato l’università della Formula 1 per le caratteristiche che presenta. A partire dalle S dopo la prima curva, da affrontare in terza e quarta marcia, a velocità sostenuta. E poi ci sono la “Spoon Curve”, che ha due punti di corda, e la successiva 130R, da percorrere a gas spalancato. Il record assoluto di vittorie in Giappone appartiene a Michael Schumacher, con sei trionfi. Vettel conta tre vittorie, due per Alonso, una per Kimi Räikkönen, Lewis Hamilton e Jenson Button. Il campione del mondo in carica è reduce da quattro successi consecutivi (otto complessivi in stagione) e già domenica potrebbe sfruttare il primo match ball. 

Manca solo l’aritmetica per assegnare il titolo piloti a Vettel, visto che il più immediato inseguitore, Alonso, accusa un distacco di 77 punti, con solo cinque gare da correre. Il ferrarista deve anche guardarsi le spalle in questo finale di stagione. Kimi Räikkönen (attualmente al volante della Lotus, ma dalla prossima stagione in Ferrari al posto di Felipe Massa) è lontano solo 28 punti dall’asturiano. Non è molto distante neanche Hamilton, che accusa un distacco di 34 punti dal ferrarista. A complicare la situazione c’è pure il fatto che Lotus e Mercedes sembrano avere qualcosa in più della Ferrari. Il successo nella classifica piloti è ormai chiaro, così come quello tra i costruttori. In questo caso, però, è ancora aperta la lotta per le altre posizioni. Un piazzamento migliore equivale a incassare maggiori introiti per le scuderie. Da qui l’importanza di arrivare davanti. Avere più risorse significa infatti aumentare il budget per lo sviluppo della monoposto, essenziale per vincere in Formula 1. Una missione da non fallire per la Ferrari, dopo i malumori di Alonso. Dalla Spagna rimbalza l’ultimatum del ferrarista, che minaccia di andarsene se la squadra non gli darà una monoposto competitiva nella prossima stagione, quella del ritorno dei motori turbo.